Il segreto dell’Alchimista di Alfredo Colitto è stato mio compagno di viaggio durante le vacanze estive e, nonostante i diversi cambi di treni, nel mio zaino non è mai stato un peso. Era dalla lettura de Il Codice da Vinci di Dan Brown che non provavo il piacere di scoprire due storie, quella di un’epoca e quella di un crimine. Qualunque sia il vostro tempo libero a disposizione, ora che le ferie sono terminate, vi consiglio di trascorrere ogni singolo minuto con questo libro tra le mani.

Pubblicato ad aprile di quest’anno da Mondadori, Il segreto dell’Alchimista propone una trama ricca di misteri. Nel XIV secolo, a Bologna, l’apparizione di una cometa nel cielo commuove tutte le anime. Si tratta di un buono o di un cattivo auspicio? L’evento celeste è seguito dalla morte di un uomo con un tatuaggio enigmatico sulla fronte, che chiama, nel momento del suo ultimo sospiro, il famoso anatomista e medico Mondino de’ Liuzzi. La vittima è la prima di una serie di macabri omicidi, tinti di misticismo. Studiando i cadaveri, il coinvolgimento di Mondino de’ Liuzzi diventa presto prezioso, ma allo stesso tempo pericoloso. 

Fiat lux : rivelare la scienza e l’assassino

Il medico Mondino de’ Liuzzi è un protagonista ricorrente nei libri di Alberto Colitto: la sua passione per la scienza e la sua insaziabile curiosità si nutrono dei più intriganti casi criminali di Bologna, dove i segreti dell’alchimia confondono gli indizi che porterebbero all’assassino. Il lettore assiste così a una battaglia tra la conoscenza e l’esoterismo. Che cosa vincerà, l’oscurantismo o la ragione? Durante la lettura, infatti, scopriamo i progressi della scienza nel Medioevo e i trattati filosofici che analizzano la natura e i corpi umani. L’autore approfitta dell’intrigo coinvolgente per farci conoscere un contesto storico affascinante, ma spesso sconosciuto. 

In questo libro, ci sono due lotte, quella di un secolo durante il quale la scienza progredisce a stento, e quella di Mondino de’ Liuzzi, che si impegna a risolvere la vicenda degli omicidi… E queste due lotte sono strettamente collegate. Certo, Il segreto dell’Alchimista non è così denso e complesso come Il Nome della Rosa di Umberto Eco, ma l’omaggio e l’ispirazione (anche se inconsapevoli), sono presenti. Il lettore ritrova il ruolo della scrittura nella trama: anche i trattati filosofici e i testi apocrifi hanno un impatto sulla dinamica degli eventi. 

Dei personaggi tra due temporalità 

Mondino de’ Liuzzi sembra uno Sherlock Holmes medievale: la sua intelligenza e il suo acume sono folgoranti. Ma la somiglianza finisce qui. Infatti, a differenza dell’ispettore britannico, Mondino è circondato da una famiglia che vuole aiutarlo nelle sue ricerche contro la sua volontà. Incontriamo Mina, la sua giovane moglie, e Gabardino, il figlio maggiore, due personaggi dalla forte personalità che affrontano molti rischi per risolvere questo caso, via via sempre più insidioso.

In questa implacabile corsa contro il tempo, Mina e Gabardino sfidano l’autorità del marito e del padre, superano i loro limiti, incrociando il cammino di giovani donne appassionate di letteratura o di copisti poco raccomandabili… È proprio questa trasgressione che rende i personaggi così moderni per il loro tempo, anche se a volte i dialoghi con numerosi giri di parole contrastano con il contesto del XIV secolo. Eppure, questa scrittura permette al lettore di sviluppare la sua empatia e simpatia verso i personaggi. La cultura generale dell’autore, che ci fa scoprire i costumi e le abitudini del Medioevo in Italia, non crea una distanza con i lettori: Alfredo Colitto presenta personaggi emancipati con i quali ci si può facilmente riconoscere. 

Il segreto dell’Alchimista è allo stesso tempo un giallo intrigante e un tuffo nel passato affascinante di Bologna, sede di una delle più antiche università del mondo, fondata nel 1088. Noi lettori seguiamo la trama all’ombra dei tipici portici della città, in un’atmosfera medievale riprodotta in modo magistrale. 

Recensione di Justine S.