Ascoltato su Audible: Accabadora

Ho sempre pensato che per definire un romanzo come uno di quelli “da leggere assolutamente”, questo avrebbe dovuto superare un’ultima prova: la prova del tempo.

A distanza di anni, lo stesso libro deve riuscire a coinvolgermi come la prima volta che l’ho letto.

Certo, non è un obiettivo facile, lo riconosco. Le “stesse” pagine sono lette da una “nuova lettrice”, con occhi e maturità diversa, eppure sono convinta che la bellezza di un testo resti, indipendentemente da quanti libri abbiamo letto nel frattempo.

Stando a questa premessa introduttiva posso confermare che rileggere e ascoltare Accabadora di Michela Murgia regala sempre emozioni a distanza di ben dieci anni.

Accabadora di Michela Murgia

Pubblicato nel 2009 da Einaudi e vincitore del Premio Campiello 2010, Accabadora ha raggiunto la mia pila di libri da leggere nel 2012, grazie a un’amica di università, sarda come l’autrice, che per l’occasione aveva impreziosito la mia edizione con le sue annotazioni, affinché potessi leggerlo in sua compagnia anche a distanza di chilometri.

La storia vuole che la mia amica avrebbe scritto appunti su un’altra Maria – quella della Murgia -, la protagonista, ed entrambe hanno superato la prova del tempo.

La storia

A Soreni, piccolo paesino sardo, Maria e Tzia Bonaria vivono come madre e figlia, ma la loro intesa ha il valore speciale delle cose che si sono scelte.

Perché Maria, fill’e anima, sia finita a vivere in casa di Bonaria Urrai, è un mistero che i compaesani faticano a comprendere.

Eppure c’è qualcosa in Tzia Bonaria, sempre vestita di nero, che sembra dover irrompere, dando voce a quei lunghi silenzi che la caratterizzano. Tzia Bonaria possiede un’aura misteriosa che non l’abbandona mai, insieme a quell’ombra di spavento che accende negli occhi di chi la incontra.

Quello che tutti sanno e che Maria non immagina, è che Tzia Bonaria Urrai cuce gli abiti e conforta gli animi, conosce i sortilegi e le fatture, ma quando è necessario è pronta a entrare nelle case per portare una morte pietosa. Il suo è il gesto amorevole e finale dell’accabadora, l’ultima madre.

Accabadora: la grandezza di un romanzo tra ragione e sentimento

Ho sempre avuto una propensione per i romanzi ambientati in paesi segnati da un tempo che scorre inesorabilmente lento, un tempo “prima”, quello che precede l’arrivo della modernità.

Questo tipo di ambientazione, fatto di tradizioni e proverbi, polvere mischiata a sudore, genuinità ma anche superstizione, prevaricazione, dicerie; questo tipo di ambientazione in cui i personaggi sono segnati dalle rughe dell’esperienza, dalle emozioni soffocate nei cuori a qualunque età, proprio questo tipo di ambientazione sono sempre riuscita a farla mia, a rappresentarmela come fosse dinnanzi ai miei occhi.

Entrare nelle pagine di Accabadora è fare un viaggio nel passato, in un paesino periferico, uno di quelli dove ci si conosce tutti da generazioni e in cui chiunque sa “vita morte e miracoli” dell’altro, pur fingendo di non saperlo.

Leggere Accabadora significa confrontarsi alle logiche della ragione e del sentimento, alla razionalità e all’irrazionalità, sapendo che a volte il confine di uno con l’altro è davvero impercettibile.

Ascoltare Michela Murgia che legge un suo libro così potente, in cui le parole non lasciano mai spazio alla casualità, è un’esperienza unica, sensoriale.

Siamo dinnanzi a un romanzo in cui il silenzio ha la sua parte.

E quando siamo confrontati al silenzio, quello carico di cose non dette, attiviamo maggiormente i sensi: è così che riusciamo a sentire l’impercettibile fruscio di una gonna che si muove nella notte, il profumo di biscotti fatti per un’occasione speciale; vediamo la profondità del nero più pigmentato che possa esserci.

Accabadora, la storia di tanti insegnamenti

Prendete una bambina che il destino della sua famiglia vuole che sia “l’ultima” o la “quarta”. Prendete la madre di questa bambina che ha avuto la fortuna di essere madre, ma la sfortuna di non essere abbiente e una donna che, inversamente, conosce il dolore di un ventre vuoto e di un promesso marito mai tornato dalla guerra.

Queste due donne potranno essere unite da una sola cosa: una piccola bambina che sa già quali ingredienti utilizzare per le sue torte di fango.

Così Maria, consapevolmente inconsapevole, sarà la fill’e anima di Bonaria Urrai, una donna che le farà da madre, pur non essendolo mai stata biologicamente, e che rappresenta l’ultima madre per molti dei compaesani. Quando il buio della notte combacia con il buio della vita, diventando un tutt’uno, Bonaria Urrai possiede quella triste forza di una madre che deve compiere un’ultimo gesto d’amore.

Buona scoperta!

Recensione di Giulia V.

Se siete alla ricerca di libri audio da ascoltare, potete consultare questo articolo.

Se preferite scoprire altre recensioni sui libri di Michela Murgia appuntamento qui.


Titolo: Accabadora
Autore: Michela Murgia
Letto da: Michela Murgia
Editore: Emons Italia
Durata: 4 ore e 37 min
Pubblicazione audiolibro: 2010

Lascia un commento