Recensire Vera Gheno non è affare semplice; la pressione della scelta linguistica è in grado di far scrivere, cancellare, riscrivere intere frasi o paragrafi. Non è un caso che questa introduzione l’abbia scritta dopo la recensione vera e propria. D’altronde, non sarebbe più facile neanche recensire i libri di Umberto Eco: siamo di fronte ai pilastri della linguistica italiana, il senso di inadeguatezza coglierebbe chiunque, anche un professore universitario. Se una cosa ho però imparato e ne ho fatto tesoro da Potere alle parole è proprio la lezione di umiltà della quale ognuno di noi dovrebbe far prova nell’approccio linguistico e magari alla vita.
Chi di noi non ha quell’amico/conoscente/familiare grammar nazi pronto a cogliere al balzo l’opportunità di riprendervi nell’utilizzo improprio di una parola o nella sua grafia errata? Non mentiamoci: tutti l’abbiamo. O peggio. Siamo proprio noi lettori forti, cresciuti a pane e parole. Forse, leggendo questo riuscirete a dar tregua a coloro che vi sono vicini e che si augurano sempre di non inciampare nell’errore che li coglie dietro l’angolo.
Sinceramente, abolirei il termine grammar nazi, ma questo farebbe di me una grammar nazi, molto probabilmente – anzi sicuramente. Eppure sui vari social network, spesso in televisione e nei programmi di cronaca politica, ne vediamo e ne sentiamo delle belle. A volte ci procurano l’orticaria, a volte storciamo il naso, a volte ci insinuano il dubbio. Avrà ragione lui/lei? Avrò ragione io? L’unica risposta giusta in questi casi è dirsi: verifico su una fonte attendibile ovvero sul dizionario.
Il dizionario è la risorsa che ci permette di evitare l’errore, l’impasse linguistica, il dubbio, eppure il dizionario, contrariamente all’idea che si ha di esso, come istituzione, sa essere molto più al passo con i tempi, di noi puristi della lingua. Perché? Semplice, perché l’entrata nel dizionario di un nuovo termine si stabilisce anche in funzione del suo utilizzo fra noi parlanti. Anche per questo motivo si parla di lingue viventi.
Ciò che diventa fondamentale per far vivere la lingua, nella sua più bella forma stilistica, è non impigrirsi, impoverendola. La ricerca del più facile, dell’immediato, se da un lato può essere una risorsa in una comunicazione A-B, diventa un problema se si sedimenta in abitudine. Conoscere una lingua, con i suoi diversi registri, è straordinariamente bello: immaginate le possibilità comunicative, le sfumature espressive che ne conseguono trasformano il nostro linguaggio in un arcobaleno di colori che andrebbero utilizzati tutti. Sempre.
Scheda del libro

Titolo: Potere alle parole. Perché usarle meglio
Autore: Vera Gheno
Editore: Einaudi
Collana: Super ET. Opera viva
Anno di pubblicazione: 2019
Pezzo: 13€