La biblioteca di Gould, una collezione molto particolare

La biblioteca di Gould di Bernard Quiriny, pubblicato da L’Orma Editore, è un libro che si legge d’un fiato anche a distanza di anni dalla sua pubblicazione. Questo romanzo fantastico conserva, di fatti, una freschezza nello stile tale da rapire il lettore in un viaggio alla scoperta della sua biblioteca molto particolare.

Quali tesori racchiuderà mai questo tempio di letture? Sicuramente, una miniera di piccoli gioielli rappresentati anche da quei libri che, ahimè, non hanno conosciuto una grande fortuna letteraria. Se siete pronti a imbarcarvi in un viaggio intriso di fantasia e umorismo, questo libro fa a caso vostro. Partirete alla scoperta di città votate al silenzio, di storie irresistibilmente divertenti che vi attendono nei meandri della biblioteca di Pierre Gould, creatore di una collezione esilarante, in cui i libri sono decisamente impensabili e fatali.

Leggendo sull’autore e su questo libro mi ero imbattuta in qualche parere che assimilava questo romanzo alla produzione letteraria di Italo Calvino. Erano stati proprio questi pareri a incuriosirmi e senza entrare nel merito di un paragone stilistico fra i due autori, in quanto ritengo che ogni autore possiede le sue peculiarità, sono rimasta estremamente colpita dalla magia di questo romanzo, la cui sola analisi comparativa come chiave di lettura mi sembra essere riduttiva.

Nelle storie stravaganti e divertenti nelle quali il lettore si addentra è possibile leggervi molto di più.
Per esempio, nella storia di Robert Martelain, il primo racconto breve nel quale il lettore si imbatte, è possibile pensare come la sua mancanza di memoria, che lo porta a dimenticare le sue opere nell’arco di una giornata e la notte lo costringe a riscriverlo tutto dall’inizio, è associabile all’ispirazione degli scrittori, che li spinge a scrivere, cancellare, riiniziare e ricancellare i propri scritti, guidati da una volontà di perfezionismo che porta l’attività di scrittura a una vera e propria gestazione. E come non vedervi l’evoluzione di una maturità stilistica che porta alcuni autori a non riconoscersi nei propri esordi? Non solo quindi una mancanza di memoria.

Oppure la storia di Enrique Folzano, scrittore spagnolo, che portato allo stremo dalla scoperta che i suoi lettori si dimenticavano sistematicamente i suoi libri dopo averli letti, tristemente si suicida. Quale scrittore non teme in fondo che i suoi scritti possano non arrivare ai lettori, rivelandosi ipoteticamente infruttuosi? Forse una delle più grandi paure recondite dei nostri scrittori contemporanei.

Infine, Goran, una città in cui si parlano tre lingue, derivanti dal polacco e molto simili tra loro. E cosa rende allora il racconto tanto particolare? Gli abitanti, quando parlano fra loro, non si comprendono affatto. È come se vi fosse un blocco mentale che se da un lato permette a ognuno di parlare una lingua soltanto, dall’altro non permette la comprensione delle altre. Una situazione paradossale certo, che potremmo estendere tuttavia, anche all’incomunicabilità fra le persone.

Sarebbe sbagliato ridurre il libro a questi esempi perché questo romanzo, originale ed eclettico, merita di essere letto e scoperto nella sua autenticità e identità. Merita quindi assolutamente di entrare nelle nostre librerie sicuramente più (stra)ordinarie.

Dello stesso autore scopri la recensione di Ritratto del barone d’Handrax 

Recensione di Giulia V.

Titolo: La biblioteca di Gould
Autore: Bernard Quiriny
Traduttore: L. Di Lella e G. Girimonti Greco
Editore: L’Orma Editore
Prezzo: 16,50 €
Anno di pubblicazione: 2013

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