Il bambino del tram: il tram della vita

Il bambino del tram di Isabella Labate, pubblicato da orecchio acerbo, è l’albo illustrato che avrei tanto voluto poter leggere tra i banchi di scuola. Uno spaccato commovente, in scala di grigi, su quelle pagine tristissime della nostra Storia; un albo che muove le corde del cuore.

Il bambino del tram: la storia di Emanuele Di Porto

16 ottobre 1943. Roma. Emanuele dorme: è l’alba quando sua madre esce di casa per avvisare il marito che nel ghetto sono arrivati i tedeschi.

Emanuele, svegliatosi per il trambusto, la vede dalla finestra che, sotto la minaccia di un mitra, sale su un camion tedesco. Corre per raggiungerla, ma lei con un calcio lo allontana.

Da solo, disperato sale su un tram, la circolare, da cui scenderà solo dopo tre giorni.
Un racconto potente, direttamente distillato dalle parole del protagonista, Emanuele Di Porto.

Il bambino del tram: un albo da leggere non solo in occasione della Giornata della memoria

Parlare di libri che emozionano non è sempre affare semplice. Tra la lettura e le emozioni suscitate, spesso, entra in gioco l’ineffabilità, quel senso d’inadeguatezza, che porta a chiedersi se si è veramente all’altezza di comunicare la potenza di un racconto.

Ed è esattamente la domanda che mi sono posta dopo la lettura de Il bambino del tram poiché queste pagine sono potenti; per il testo, per le illustrazioni e per la storia che raccontano.

Il testo: scelta grafica e lessicale

In questo albo, la scelta grafica valorizza e amplifica la forza del testo. La gerarchia testuale e gli spazi bianchi creati all’interno hanno una funzione metaforica ben precisa. La scelta di pause marcate fra una frase e l’altra permette al testo di respirare, similmente a noi lettori, che cerchiamo di respirare leggendo una storia che invece trattiene il nostro respiro.

Meriterebbe un approfondimento con l’editore, ma è curioso notare poi come il testo, grazie alla particolare impaginazione, possa essere quasi letto due volte.

Una prima lettura ovviamente è quella per esteso, considerando il testo nella sua integralità, l’altra, invece potrebbe essere effettuata leggendo solo quelle parti di testo in cui il carattere tipografico è più grande. Il risultato? Leggere la stessa storia in una versione più succinta in cui le illustrazioni svolgono il ruolo di supporto narrativo.

L’importanza della trasmissione

Da un punto di vista lessicale incontriamo parole, quelle di Emanuele Di Porto, appartenenti a una lingua ibrida: il giudaico romanesco.

Dall’editore scopriamo che questa lingua volutamente non è stata spiegata o tradotta, come vorrebbe invece l’usanza, optando per mantenerne l’integrità e purezza per una questione di rispetto e aggiungerei di volontà di trasmissione, di generazione in generazione.

Le illustrazioni: il Neorealismo per i più piccini

L’illustratrice Isabella Labate è riuscita a portare l’impronta del cinema neorealista in un libro a destinazione dei bambini. Di fatti, non è difficile vedere nelle illustrazioni echi del cinema di Rossellini, laddove le immagini, vere e proprie inquadrature, sono dotate di grande forza.

La tecnica e la scelta cromatica sono rispettivamente estensione l’una dell’altra, nel raggiungimento della perfezione grafica. Lo spaccato raccontato riguarda un periodo storico per il nostro Paese di certo non felice, dove l’espressione “non felice” è da leggere come puro eufemismo.

Un periodo nero, indubbiamente, al quale però si affiancano momenti meno scuri, rappresentati da quella solidarietà e umanità che nonostante la scure della dittatura e delle sue atrocità sono riuscite a sopravvivere. La scelta cromatica, alla luce di questa riflessione, diventa anche fortemente evocativa.

La storia

Lodevole l’idea e il progetto dell’autore di fare della storia vera di Emanuele Di Porto, una testimonianza così preziosa. Il 16 ottobre 1943 è una di quelle giornate per chi le ha vissute difficili da dimenticare. La volontà di testimoniare in ogni forma possibile, che sia attraverso incontri o forme testuali, e arrivare a ogni persona possibile, è una forma di resistenza.

Ricordare richiede coraggio e allo stesso tempo è un atto di amore, per quelle vittime innocenti la cui vita è stata spezzata e per coloro che, attraverso il ricordo, dovranno impegnarsi affinché questo passato resti un passato e non l’ombra minacciosa di un futuro anteriore.

Un albo che toglie il fiato.

Se desideri scoprire altri libri illustrati dello stesso editore, puoi leggere la recensione del libro La bocca dell’Adda.

Recensione di Giulia V.


Scheda del libro

Titolo: Il bambino del tram
Autore: Isabella Labate
Editore: orecchio acerbo
Anno di pubblicazione: ottobre 2022
Prezzo: 17,00€
Dagli otto anni in su

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