Con il ritorno del campionato, ritornano anche le mie recensioni. Eh si, perché con Libri in campo è tempo di partire alla scoperta di un romanzo storico che si legge d’un fiato (o quasi). Sto parlando del libro I leoni di Sicilia. La saga dei Florio di Stefania Auci ed edito da Nord.
Poiché su Goodreads le recensioni dei lettori si dividono apertamente (a partire dalla scelta della copertina), ho deciso di cimentarmi in questa nuova lettura e vi dirò, non è poi così male. Di fatto, se Verga sottotitolava I Malavoglia con “il ciclo dei vinti”, ne I Leoni di Sicilia siamo davanti a un ciclo di vincitori, quello della famiglia Florio.
Nelle 430 pagine del racconto, assistiamo all’ascesa economico-sociale della famiglia, dal 1799 al 1868. In seguito a un terribile terremoto, Paolo e Ignazio decidono di lasciare Bagnara Calabra, accompagnati da Giuseppina, moglie di Paolo, e l’orfana Vittoria, all’insegna della scoperta di Palermo, grande porto commerciale. Una volta arrivati, i Florio, con tanto sudore e impegno, aprono una putìa di spezie, il primo tassello di un grande impero economico. Decisi ad arrivare più in alto di tutti, nell’invidia generale, i fratelli trasformano la bottega nel più importante negozio di Palermo, avviano il commercio di zolfo, comprano case e terreni dai nobili palermitani e creano una loro compagnia di navigazione. È con la nascita e la crescita di Vincenzo, il figlio di Paolo, che lo slancio continua. Il marsala, all’inizio vino dei poveri, viene trasformato in una prelibatezza cui nessun nobile vuole rinunciare, a Favignana si assiste al rilancio del tonno attraverso una conservazione sott’olio e in lattina… Tuttavia nonostante gli sforzi e i successi, i Florio saranno sempre per i palermitani “stranieri”, “facchini”, il cui sangue puzza di sudore.
Il romanzo
Sullo sfondo degli anni più inquieti della Storia italiana, dai moti del 1818 allo sbarco di Garibaldi in Sicilia, l’autrice tesse una storia intricata, fatta di amori non dichiarati, amori non corrisposti o, ancora, giudicati, in un’epoca in cui le ragioni del cuore sono subordinate alle strategie economiche. Che dire dello stile di questo romanzo? I leoni di Sicilia risulta di facile lettura e per questo il rischio di esser delusi in alcune piaghe linguistiche a volte è dietro l’angolo. Tuttavia, non si può negare la scorrevolezza di questo romanzo che si legge d’un fiato, quasi come una sceneggiatura di un film. Una bella lettura di fine estate, avvincente, evocatrice, che ci permette di saperne di più sui Florio, realmente esistiti. Chapeau.